Giovanni 5:1-15

1 Capitolo 5

La guarigione alla piscina di Betesda Gv 5:1-9

Il dispiacere dei Giudei Gv 5:10-16

Cristo rimprovera i Giudei Gv 5:17-23

Il discorso di Cristo Gv 5:24-47

Versetti 1-9

Per natura siamo tutti impotenti nelle cose spirituali, ciechi, inattivi e inariditi; ma sono state prese tutte le misure necessarie per la nostra guarigione, se ci prestiamo attenzione. Un angelo scese e turbò l'acqua; e quale che fosse la malattia, quest'acqua la curò, ma solo chi vi entrò per primo ne ebbe beneficio. Questo ci insegna a stare attenti a non lasciarci sfuggire una stagione che potrebbe non tornare più. Quell'uomo aveva perso l'uso degli arti da trentotto anni. Possiamo noi, che forse per molti anni non abbiamo quasi mai saputo cosa sia stato un giorno di malattia, lamentarci di una sola notte di stanchezza, quando molti altri, migliori di noi, non hanno quasi mai saputo cosa sia stato un giorno di salute? Cristo ha distinto questo dagli altri. Chi è stato a lungo nelle afflizioni, può consolarsi del fatto che Dio tiene conto di quanto tempo. Osservate che quest'uomo parla della scortesia di coloro che lo circondano, senza alcun riflesso di stizza. Come dovremmo essere grati, così dovremmo essere pazienti. Il Signore Gesù lo guarisce, anche se lui non l'ha chiesto né ci ha pensato. Alzati e cammina. Il comando di Dio: "Voltati e vivi"; "Fatti un cuore nuovo" non suppone una potenza in noi senza la grazia di Dio, la sua grazia distintiva, così come questo comando supponeva una tale potenza nell'uomo impotente: era per la potenza di Cristo, e a lui spetta tutta la gloria. Quale gioiosa sorpresa per il povero storpio, trovarsi all'improvviso così facile, così forte, così capace di aiutarsi da solo! La prova della guarigione spirituale è il nostro alzarci e camminare. Se Cristo ha guarito le nostre malattie spirituali, andiamo ovunque ci mandi, prendiamo tutto ciò che ci impone e camminiamo davanti a Lui.

10 Versetti 10-16

Coloro che sono stati liberati dalla pena del peccato, rischiano di tornare a peccare, quando il terrore e la costrizione sono finiti, a meno che la grazia divina non prosciughi la fonte. La miseria da cui i credenti sono guariti ci avverte di non peccare più, dopo aver provato l'intelligenza del peccato. È la voce di ogni provvidenza: "Va' e non peccare più". Cristo ha ritenuto necessario dare questo ammonimento; perché è comune che le persone, quando sono malate, promettano molto; quando sono appena guarite, facciano solo qualcosa; ma dopo un po' dimenticano tutto. Cristo ha parlato dell'ira che verrà, che è molto peggiore delle molte ore, anzi, delle settimane e degli anni di dolore che alcuni uomini malvagi devono soffrire a causa delle loro indulgenze illegali. E se tali afflizioni sono gravi, quanto sarà terribile la punizione eterna dei malvagi!

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